Libere di spiccare il volo: le FLAT in partenza per Parigi

postato in: Articoli | 0

Sara Vianino è una delle donne che hanno partecipato al progetto Una vela per la rinascita durante questo 2024 e Sara è anche portabandiera di un neonato movimento, quello delle donne che hanno scelto di non ricostruire dopo una mastectomia, le donne flat.

In Italia il gruppo ha scelto di chiamarsi Flat – farfalle libere, titolo altamente evocativo che ben riassume i concetti base del movimento che vedrà ritrovarsi tante donne da tutto il mondo a Parigi, dal 5 al 7 ottobre 2024.

L’INTERNATIONAL FLAT DAY 2024, momento di incontro a livello internazionale delle associazioni di donne che si stanno battendo per ottenere maggiori e più complete informazioni sulla mastectomia senza ricostruzione.

In inglese e in gergo medico FLAT indica che una donna con cancro al seno ha subito una mastectomia (mono o bilaterale) e ha rifiutato la ricostruzione mammaria con protesi o con ricostruzione autologa, rimanendo completamente piatta.

Perché una manifestazione internazionale per parlare di flat?

Serve per ricordare che ogni donna ha il diritto di scegliere cosa fare del proprio corpo e per poterlo fare ha bisogno di informazioni COMPLETE, CHIARE, ONESTE e OBIETTIVE da parte dei chirurghi senologi e plastici, dato che questo non sempre avviene.

Anzi, non avviene quasi mai. Infatti, i chirurghi spingono per la ricostruzione sempre e comunque, anche quando la prima protesi ha dato problemi, anche quando i tessuti sono bruciati dalla radioterapia.

I chirurghi tendono a spingere la ricostruzione, pare, perché secondo loro e secondo il pensiero comune è impossibile che una donna rimanga senza seno.

Purtroppo questa è una situazione problematica che non esiste solo in Italia, ma è in tutto il mondo, sono pochissimi i chirurghi che informano le pazienti sulla possibilità di rimanere piatte.

L’International Flat Day vuole portare alla luce questa mancanza e si propone di modificare i protocolli medici, a favore delle informazioni complete (anche sul flat)

Sovente le pazienti sono costrette a lunghe ed estenuanti discussioni coi chirurghi, che tentano fino alla soglia dell’intervento, di convincere le donne a ricostruire. Spesso i medici adducono motivazioni psicologiche: secondo loro le pazienti non sarebbero più in grado di vivere senza seno. Secondo loro senza seno diventerebbero simili a uomini. Sì, alcune donne si sono perfino sentite dire: “Non sarai più una donna!”.

Ecco allora il perché del manifesto, redatto dal gruppo inglese Facebook “Not Putting on a Shirt”, che si sta occupando anche dell’organizzazione dell’evento di Parigi.

In Europa sono nati in questi ultimi anni diversi gruppi e associazioni che fanno della “sutura estetica piatta” la loro battaglia.

Da marzo 2024 anche l’Italia ha il suo gruppo e la sua pagina Facebook: “Mastectomia semplice senza ricostruzione – Flat – Farfalle libere”. Nato per scherzo, per dare conforto e sostegno psicologico alle donne mastectomizzate, ha raggiunto in poco meno di 6 mesi, oltre 400 iscritte, segnale che il problema è sentito.

Dallo scherzo, dai video un po’ fru fru, dalle semplici informazioni su come gestire le cicatrici, dai consigli sull’abbigliamento (enorme problema per chi non ha più i seni o ne ha uno solo), le amministratrici si sono ritrovate in breve tempo a dover gestire molte richieste a livello medico, psicologico e di gestione pratica per poter affrontare i chirurghi e parlare del desiderio di non ricostruire.

Le iscritte provengono da tutta Italia: Donatella Grasso è la fondatrice e viene dal Lazio, Sara Vianino, la seconda amministratrice, arriva dal Piemonte, così come Paola Marchesi , membro attivo arrivata in seguito e Sara Pattarino, altra donna molto attiva dalla Campania. Altre donne si stanno cominciando ad attivare, altre sono state aiutate e accompagnate prima e dopo gli interventi.

Il gruppo ha tanti progetti in cantiere: in questo momento il più oneroso, oltre all’organizzazione del Flat Day in Italia, è quello della raccolta delle storie delle donne iscritte al gruppo.

L’obiettivo è di raccoglierle in un libretto da consegnare agli ospedali, agli studi medici, per rendere sempre più consapevoli pazienti e chirurghi.

Consapevoli, perché le donne che rifiutano la ricostruzione vivono in un limbo, vengono considerate “strane”, “bizzarre”, “eccentriche”, “fuori dal comune” e perciò ostacolate nella loro scelta flat. Invece no: sono donne che hanno semplicemente fatto una scelta poco battuta dalla massa e per questo devono essere rispettate dalla classe medica.

L’altro grande obiettivo che questo gruppo ha è che venga assegnata una psico-oncologa a TUTTE le donne, già da subito, al primo incontro col chirurgo/oncologo in occasione della consegna della diagnosi/istologico. Sì, perché lo psicologo esiste sulla carta, ma non nella realtà. Non per tutte le donne, almeno.

Infine, questo neonato gruppo si prodiga per far passare il messaggio che si è comunque donne, anche senza uno o due seni.

E per ribadire questo concetto, alcune donne del gruppo hanno deciso di uscire allo scoperto per mostrare i loro corpi, per dimostrare che sono belle comunque, che sono felici della scelta fatta e desiderano dare un messaggio di speranza a chi inizia il calvario del cancro al seno, per far capire che la salute fisica e mentale vale di più dell’aspetto fisico esteriore.

La dimostrazione la dà proprio Sara Vianino, che ha scoperto il gruppo per caso, mentre cercava su Facebook dei gruppi che si occupassero principalmente di mastectomia…

Ha trovato “Mastectomia semplice senza ricostruzione – Flat – Farfalle libere” e si è trovata subito a casa. Lei che si vergognava a mostrarsi per il fatto di avere un seno solo e una protesi esterna donata al SSN troppo grande per il suo fisico, ha scoperto, grazie a questo gruppo, che non c’era niente da vergognarsi, anzi è andata oltre e si è iscritta al progetto “Una vela per la rinascita”, dove ha conosciuto altre donne come lei e, soprattutto, dove si è mostrata per la prima volta in pubblico in costume da bagno.

L’accoglienza ottenuta ha sdoganato finalmente il suo corpo e l’ha avviata verso la rinascita, verso una nuova consapevolezza.

Donne che arrivano da percorsi diversi si incontrano sulle barche a vela e ciascuna scopre e svela la propria grande bellezza, stringe legami profondi e sinceri e ritrova la forza e la voglia di spiccare il volo.

A noi del team ASD MAD – Mure a dritta piace da morire poter essere una delle spinte che portano a volare di nuove le amiche Farfalle libere.